A very large series of products, materials and know-how necessary to a high-quality architecture form a further innovative sector.
The aesthetic components that we appreciate in ancient towns, the beauty of the natural materials, the comfort of the buildings and spaces, the organic relationship with the landscape are due to the intrinsic qualities of the traditional techniques and to the search for the symbiosis and the harmony embedded in the local practices.
CORTI IPOGEE E RACCHIUSE
Le corti ipogee utilizzate per produrre humus e formare giardini scavati nella roccia, risolvono il problema del reperimento di terreno fertile e proteggono le piante.
Metodi di coltivazione molto simili, sono stati ritrovati a Petra, nel deserto giordano.
Uno spazio scavato nella roccia, chiuso verso l’esterno e aperto verso il cielo, fu l’origine di abitazioni a corte utilizzate dai Sumeri, dagli Egizi, dagli Etruschi e nel mondo islamico.
Una corte comune semicircolare a cielo aperto, viene scavata verticalmente verso il basso.
Questo cortile è un pozzo e dalle sue mura parte un sistema di ambienti sotterranei scavati paralleli al terreno.
Architetture simili si trovano nel bacino del Mediterraneo a Matera in Italia, nella regione della Cappadocia in Turchia, lungo le rive della Loira in Francia, nella zona argillosa di Matmata in Tunisia, e nel sud della Spagna.
In Libia, nel Gebel Nefusa, questo tipo di abitazioni a pozzo si chiama damus, termine simile alle abitazioni tipiche dell’isola di Pantelleria in Sicilia chiamate dammusi, che fanno parte dell’architettura tradizionale pantesca.
Così come il giardino pantesco, l’orto-giardino costituito da torri circolari in pietra a protezione di una sola pianta.
Le corti ipogee racchiudono uno spazio soleggiato e le pareti circondano una zona che può essere usata in modi differenti restando sempre protetta all’interno delle mura.
INSEDIAMENTI DI OASI
Baja California (Messico)
Le numerose ricerche effettuate negli anni, hanno rilevato che esistono, circa, 171 oasi a Baja California Sur in Messico.
Anche se rappresentano solo l’1% del territorio totale, contengono una grande diversità biologica.
La differenza principale tra le oasi del nord Africa e le oasi di Baja California è che, quest’ultime, hanno quasi perso del tutto la loro funzione agricola.
Sono, però, migliorate nel ruolo di aree umide diventando isole importanti per le specie endemiche.
L’origine dell’ambiente antropizzato creato per fini agricoli, è attribuita ai missionari spagnoli del XVIII secolo che introdussero le palme da dattero affinchè, l’ombra prodotta dalle piante, aumentesse l’umidità necessaria allo sviluppo dell’agricoltura.
Lo scopo principale delle oasi, era quello di creare aree irrigue che contribuivano alla nascita d’insediamenti permanenti per consolidare la presenza spagnola e cristiana in questo ambiente arido.
Mentre alcune oasi erano produttive e ben gestite, altre soffrivano di un eccessivo sfruttamento e dall’esaurimento di acqua.
Un gruppo di scienziati, insieme alla popolazione locale, hanno redatto un progetto per lo sviluppo sostenibile e la conservazione delle oasi in particolar modo dell’agricoltura, della ricchezza biologica, culturale ed economica.
STRUTTURE DI ARGILLA CRUDA
Nel Sahara, la terra rossa del deserto è ancora mescolata con acqua e con paglia che nè aumenta la capacità legante.
Per mezzo di stampi di legno, vengono modellati i mattoni di forma rettangolare.
Attraverso la Spagna, il termine andaluso adobe viene usato per indicare strutture fatte di mattoni di terra cruda.
Essiccati al sole, i mattoni diventano resistenti e le spesse pareti delle abitazioni, creano ambienti interni perfettamante isolati, adatte alle torride giornate e anche alle fredde notti invernali.
Le camere, all’interno delle abitazioni, non hanno una funzione precisa ma, il loro uso dipende dalle stagioni e dai cambiamenti climatici.
Le terrazze, circondate da alte mura di mattoni, si trasformano in camere ventilate e come tetto, nelle calde notti estive, hanno il cielo stellato.
Nel Sahara, il sistema costruttivo più arcaico utilizzava pareti di mattoni crudi a calotta semisferica.
Questa tecnica è ancora utilizzata per le pareti perimetrali delle aree di ritaglio.
Un cesto di vimini viene utilizzato come stampo ed i mattoni, dopo essere stati essiccati al sole, sono disposti in strisce oblique alternate e formano un disegno a spina di pesce.
Gli interstizi delle pareti, formano una sorta di decorazione traforata, una protezione contro le tempeste di sabbia.
Infatti, una barriera completamente chiusa causerebbe cumuli di materiale trasportato dal vento e le trame sarebbero, gradualmente, sepolte dalla sabbia.
Di notte, il vento soffia contro i lati convessi dei mattoni e rilascia umidità nella terra di cui le pareti sono composte.
Durante il giorno, il vento caldo penetra negli interstizi del muro e raggiunge i giardini dove il calore viene assorbito e la temperatura diminuisce.
Altri tipi di mattoni, ancora in uso in Africa sub-sahariana, sono semplici sfere modellate a mano.
In Arabia meridionale, premendo direttamente stampi di legno sulla miscela di fango, vengono formati dei mattoni larghi e piatti.
La tecnica del pisè utilizza una miscela di terracruda versata e pressata in stampi di legno.
Una volta che il composto si è asciugato, le assi di legno vengono tolte e riutilizzate per fare un’altra forma.
I siti di Catal Huyuk in Anatolia e di Jarmo in Iraq, sono insediamenti neolitici di mattoni di adobe proprio come le prime abitazioni di Jericho in Palestina.
Gli habitat di adobe delle abitazioni nelle oasi del Sahara, sono molto simili alle costruzioni di Catal Huyuk e sono ancora abitate.
la terra cruda viene usata per soddisfare le condizioni climatiche degli ambienti e le necessità di un uso attento delle risorse naturali.
Questo tipo di sistema costruttivo, continua ad essere utilizzato anche in California, nell’Italia del sud e nello Yemen del sud nella valle dell’Hadramaut dove, la terra cruda è ancora usata per la costruzione di complessi sistemi di città organizzate nei corsi aridi degli wadi.
Qui, un’antica conoscenza si perpetua da secoli.
CITTA’- GIARDINO
I centri storici tradizionali dell’Italia del sud e del Maghreb costituiscono un modello di sistema d’insediamento intenso e organizzato del Mediterraneo che lavora in stretto rapporto con il paesaggio agrario.
Vengono integrate le aree verdi per raggiungere un equilibrio termico significativo e per creare un microclima più favorevole.
Molte pratiche sono riutilizzate per la bioarchitettura e l’urbanistica moderna.
Le città-giardino sono utili per la creazione di microclimi in cui il grano può essere immagazzinato, il commercio viene effettuato ed i servizi possono essere organizzati in comunità.
INTEGRAZIONE DELLA CITTA’ CON LA CAMPAGNA
In tutto il Mediterraneo, le società arcaiche che si sono sviluppate economicamente con mezzi scarsi, basano le loro sopravvivenza sulla gestione attenta e parzimoniosa delle risorse naturali.
La stretta relazione tra l’antica tecnica agricola e gli insediamenti, rende i tradizionali centri storici fondamentali per la conservazione dell’ambiente.
Le tecniche tradizionali non sono marginali rispetto ai grandi processi tecnologici in corso ; il loro impiego sostiene ancora le maggior parte del genere umano distribuito in tutti i paesi meno industrializzati.
Nei luoghi dove queste tecniche sono ancora usate in modo massiccio, sono considerate arretrate dal pensiero moderno mentre, nei paesi avanzati, forniscono un valore aggiunto.
Nel bacino del Mediterraneo, nei settori in cui è stato fatto un grande investimento culturale, le conoscenze tradizionali hanno resistito con successo portando innovazione tecnologica ed economica.
I centri storici, se non sono in grado di recepire le innovazioni di cui hanno bisogno per funzionare, sono destinati a perire.
Infatti, i tradizionali centri storici dell’Italia del sud e del Maghreb, che costituiscono un modello intensivo
e concentrato d’insediamento tipico del Mediterraneo, vanno incontro a seri problemi.
Il sistema organizzativo lavora in stretto rapporto con il paesaggio agrario e la crisi dell’agricoltura tradizionale ha coinciso con l’esodo da questi centri
Generalmente situati in zone montane impervie, costituivano enti territoriali in grado di affrontare il degrado dei suoli tramite l’architettura tradizionale, mediante i sistemi di raccolta delle acque e le tecniche di protezione del terreno.
(Pangea CRAT)
Referenze Pietro Laureano (TKWB)