Tradition is the sum total of the experience of a whole race, of all generations. The tradition does not mean immobility; when a tradition has been established it is the duty of the artist bringing it forward, with his inventiveness, the impulse that will save her immobility. The effort of an individual can arrive at a huge advance if he builds on an established tradition.
Hassan Fathy
La tradizione per uno sviluppo sostenibile
L’aridità è, in genere, associata alla mancanza di piogge che sono benefiche o distruttive a secondo della gestione dei suoli.
L’organizzazione dei pendii, i metodi di captazione e stoccaggio delle acque e il rinnovo delle risorse avevano garantito, per secoli, l’assetto ambientale e paesaggistico equilibrando l’alternanza climatica e le calamità naturali stagionali.
A causa di uno sviluppo basato sullo spreco delle risorse naturali, delle migrazioni di popoli e della crescita produttiva illimitata, questo patrimonio di conoscenze rischia di scomparire definitivamente.
Il ruolo dell’acqua è fondamentale per la vita di tutti gli organismi.
L’umidità che si deposita sul suolo, è il primo tipo di apporto idrico che è stato utilizzato per la crescita delle coltivazioni.
Cosi come l’acqua contenuta nei sedimenti del terreno dei suoli alluvionali e dei corsi asciutti degli wadi, che sono i più adatti per la conservazione delle riserve idriche negli strati superiori.
Nel Neolitico la comprensione dell’adeguato ruolo dell’acqua e delle caratteristiche dei suoli migliori per l’agricoltura, costituì la base per la piena affermazione delle tecniche agricole e consentì la loro diffusione in ambienti con caratteristiche completamente diverse rispetto a quelle delle zone in cui ebbero inizio.
Nelle prime fasi del Neolitico (circa 8000 anni fa), erano gia’ in grado di selezionare i suoli per individuare quelli piu’ fertili e facili da lavorare con l’uso di semplici strumenti, ad esempio terreni come quelli che si erano formati sui depositi di loss nell’Europa centrale.
Con l’Eta’ dei Metalli, per la grande mobilita’ dovuta all’uso dei carri, si svilupparono tecniche diverse d’irrigazione.
Dal IV millennio lo scavo di cisterne diventa una tecnica per irrigare i campi degli insediamenti situati sulle alte colline, sfruttando la forza di gravita’.
La civilta’ della Valle dell’Indo utilizzava i primi pozzi forniti di struttura muraria che permettevano di raggiungere falde molto profonde.
Città come Harappa e Mohenjo-Daro, erano formate da quartieri a pianta quadrangolare con reticoli di strade che s’intersecavano ad angolo retto ed avevano un sistema idraulico a livello avanzato.
Presentavano adduzione ed evacuazione delle acque reflue e bagni privati e pubblici, inoltre, erano provviste di grandi serbatoi per compensare le variazioni stagionali.
Il mondo urbano dell’Indo aveva una forte dominante agricola riconoscibile dalle tracce delle coltivazioni del grano e dell’allevamento dei bovini.
Nell’Eta’ del Bronzo, vengono costruite citta’ la cui forma ad impluvio funzionava come superficie di raccolta dell’acqua per alimentare vasche e cisterne a cielo aperto o scavate in profondita’.
Una serie di condotte irrigavano i campi coltivati e rifornivano l’eventuale espansione urbana ai piedi della collina.
In caso di agglomerati costieri, le cisterne rifornivano le istallazioni portuali e garantivano l’acqua alle navi.
Durante gli assedi, interrompevano il flusso dei canali e i difensori, sulla sommità della collina, continuavano ad avere scorte d’acqua sufficienti al fabbisogno degli abitanti.
Nezahualcoyotl, signore della città precolombiana di Texcoco nell’attuale Messico, operò ingegnosi interventi d’idraulica come dighe per separare l’acqua salmastra dei laghi dall’acqua dolce, inoltre, costruì sbarramenti per evitare le inondazioni.
Progettò personalmente la diga sul Lago Texcoco che venne chiamata con il suo nome.
Il modello idraulico attuale, corrisponde a quello della logica dello sviluppo illimitato tipico delle società odierne.
Con la distruzione crescente del territorio e dell’ambiente si arriva alla catastrofe ecologica.
Nelle zone apparentemente arretrate e nei luoghi dove si continua a preservare il valore culturale, il sapere locale della società a piccola scala continua a tramandarsi.
I valori della tradizione non sono marginali e le pratiche di lavorazione artigianali sono una base di enorme importanza economica per paesi altamente sviluppati, inoltre, costituiscono un ampio valore aggiunto.
La stabilità di molti paesaggi di altissima qualità è dovuta al mantenimento delle tecniche tradizionali così come gli insediamenti storici.
Le conoscenze locali vanno salvaguardate in modo da riproporle con l’adattamento giusto per la tecnologia moderna.
I modelli tradizionali hanno permesso l’evoluzione delle società che si sono espresse con realizzazioni nel campo dell’arte e dell’architettura, elementi fondamentali per la storia delle culture.
Ogni popolazione che ha vissuto per millenni in un luogo, con una pratica consapevolezza, ha trovato il modo giusto per intervenire in quell’ambiente.
Le loro conoscenze erano un sistema complesso, una struttura avente finalità diverse che spaziavano dalla difesa dei suoli alla fruizione e gestione del patrimonio idrico, del paesaggio rurale e dell’ambiente.
Tutto questo era la garanzia solida per uno sviluppo economico e sociale a lungo termine.
Quindi, la tradizione come base per un’innovazione appropriata e avanzata di nuovi modelli tecnologici fondati sulle antiche conoscenze.
La gestione locale e la valorizzazione delle risorse interne con una produzione impostata sul benessere
collettivo, può creare un modello di attività sfruttando energia che si rinnova continuamente, eliminando scarti e rifiuti, in un sistema dinamico capace d’ incorporare le innovazioni.