VILLAGGI NEOLITICI
LABIRINTI E MEANDRI
CERCHI DI PIETRE MONUMENTI SOLARI E DELL’ACQUA
Tra i primi cambiamenti del modo di vita nel neolitico, vi fu la profonda modificazione dell’alimentazione umana. Dalla sola carne, consumata durante il Paleolitico, si era andata diversificando fino ad arrivare all’uso di cereali e frumento in Asia ed Europa, riso in Asia meridionale e orientale, sorgo e miglio in Africa e mais in America.
I cereali erano consumati, previa macinazione, cotti nei liquidi o sotto forma di focacce e pane. Con la domesticazione degli animali si aggiunge un elemento nuovo nell’alimentazione dell’uomo neolitico ; il latte e i suoi derivati che, con l’invenzione della ceramica, potevano essere cotti e bolliti.
E’ molto probabile che queste profonde modificazioni sul modo di vita nel neolitico abbiano avuto conseguenze demografiche importanti. Il numero e le dimensioni degli abitati e delle necropoli aumentarono molto rispetto al passato.
L’agricoltura vincolava il lavorante ai campi il quale era obbligato ad insediarsi nelle vicinanze. Nascono così, i primi stanziamenti in forma di villaggi con strutture stabili e con la separazione delle attività che si specializzano creando una distinzione tra le categorie.
Con la nascita del concetto di proprietà, il campo, il bestiame, l’abitazione, si incorre nel fenomeno dei saccheggi e dei furti. Per difendersi da tali attacchi nei villaggi vennero erette molte fortificazioni.
Inizialmente l’agricoltura rimase un lavoro prevalentemente femminile e le credenze religiose si svilupparono creando raffigurazioni di dee della fecondità, poi mutate in dee madri.
Le trasformazioni del modo di coltivare, con il tempo, portarono questa attività ad essere praticata dall’uomo e il principio maschile acquistò maggiore importanza. Ogni gruppo sociale aveva un capo che dominava ed era affiancato dalla figura dello stregone o sciamano che, secondo le credenze, entrava in comunicazione con gli spiriti e trasmetteva i miti sacri.
Queste pratiche magiche avevano il compito di garantire la sopravvivenza del gruppo e il buon esito della caccia. L’arte delle pitture e incisioni rupestri nacque, probabilmente, in seguito a pratiche eseguite nelle grotte dai gruppi comunitari che si riunivano celebrando cerimonie magiche in cui lo sciamano assumeva un’importanza maggiore del capo villaggio.
Gli spazi circoscritti da fossati neolitici denominati villaggi trincerati sono stati rinvenuti in varie parti del mondo e, nel corso del tempo, si sono evoluti in forme sempre più complesse.
Nei graffiti rupestri neolitici sono ricorrenti disegni di labirinti e meandri riconducibili agli insediamenti dei villaggi che svilupparono forme a cerchi concentrici legate alle pratiche di domesticazione.
Villaggio trincerato (Matera – Basilicata)
Rappresenta una demarcazione dello spazio.
Lo scavo ellittico più grande, racchiude un cerchio interno di dimensioni minori e i due ingressi del villaggio sono posti all’apice dell’ellisse.
La suddivisione dei due ambienti era, probabilmente, legata alla diversità di attività praticate all’interno del villaggio.
Labirinti e meandri
Le forme a labirinto e meandro sono spesso raffigurate nei graffiti rupestri neolitici.
Nei siti dei villaggi in Inghilterra il perimetro degli insediamenti aveva, probabilmente, un significato legato alla sacralizzazione del luogo e definiva uno spazio.
Una sorta di isola sacra che separava la natura selvaggia dalla civiltà e concentrava l’energia all’interno del villaggio.
Cerchi di pietra
I cerchi misteriosi nel deserto sono oltre duemila e si estendono in territori o giordano dalla Siria all’Arabia Saudita.
Sono cumuli di sassi e blocchi di pietra disposti a formare figure geometriche di vario genere, visibili dall’alto, tutte accomunate dalla forma circolare spesso con raggi che partono dal centro.
La datazione è ignota.
La maggior parte di essi si trova nelle ampie distese vulcaniche che costellano il deserto giordano e il loro diametro varia dai venticinque ai settanta metri.
Sono state classificate figure come aquiloni con struttura in pietrame usate dai pastori per incanalare e poi sopprimere gli animali, ciondoli in pietre antropomorfe allineate che indicano tumulazioni e ruote fatte con cumuli di pietre e aree di terreno sabbioso.
Inoltre, una serie di strutture chiamate mura dal significato non chiaro e che attraversano tutto il territorio estendendosi per centinaia di metri.
Strutture antichissime simili sono state scoperte anche a Maputo, in Sud Africa in una vasta area nascosta che si estende per circa cinquemila chilometri quadrati.
Il loro significato è ancora sconosciuto.
Cerchi di pietre nel Sahara algerino
Semplici linee di pietre, determinano e marcano un luogo sacro ed elevato.
Monumenti solari e dell’acqua
Nelle terre aride dove le piogge arrivano impetuose e abbondanti in alcuni momenti e sono totalmente assenti per lunghi periodi, la raccolta e la distribuzione dell’acqua sono fondamentali per la vita.
Le semplici cavità intagliate nel calcare per abbeverare le mandrie, i cumuli di pietrame tipici delle culture preistoriche, producevano il liquido vitale durante la notte per effetto della condensazione atmosferica.
Il monumento a doppio cerchio dell’Età del Bronzo sulla Murgia Timone, è un’esempio di struttura sepolcrale derivante da manufatti da cui si generava l’acqua.
E’ costituito da due anelli concentrici di pietre attraversate da un corridoio, molto simile ai monumenti solari del Sahara.
Dal corridoio, si accede ad una camera ipogea divisa in due ambienti da un pilastro centrale intagliato nel calcare.
All’interno della camera si trovano banchetti di deposizione.
Il monumento è prospicente al fossato del villaggio neolitico scavato nel pianoro calcareo.
Forse, all’epoca di questi monumenti, il fossato serviva da raccoglitore e convogliatore d’acqua per alimentare le camere sotterranee dove venivano celebrati i riti sacri, funebri e le abluzioni.
In Sardegna, i pozzi nuragici dell’Età dei Metalli cosiddetti pozzi sacri hanno una pianta simile, ma il corridoio centrale qui corrisponde ad una profonda scalinata che scende nell’ipogeo costituito da un pozzo che intercetta le acque meteoriche.
La stessa forma di due anelli concentrici penetrati da un condotto, si può osservare a Petra sul luogo elevato dove, sulla sommità del santuario a cielo aperto, si trova questa struttura scavata legata ai culti dell’acqua.
Monumento Murgia Timone (Matera – Basilicata)
Questa enigmatica struttura si trova sopra il fossato neolitico di Murgia Timone ed ha una camera ipogea ed un semicerchio di pietre esterno.
Ipogeo (Matera)
Particolare della camera ipogea del monumento a doppio cerchio sulla Murgia Timone.
Vasca fallica (Gravina di Puglia)
La vasca fallica era una struttura utilizzata per i riti di fecondità mediante l’acqua.
Nella parte alta sedevano le donne, con le gambe divaricate, che praticavano le abluzioni.
Nella parte sottostante, l’ipogeo, sostavano gli uomini che fecondavano l’acqua.