Durante l’Olocene il cambiamento del clima determinò condizioni favorevoli, con temperature più calde adatte alla crescita demografica. Si diffuse una flora e una fauna di tipo Mediterraneo più consona a condizioni di vita stabile.
Il clima mite favorì l’agricoltura che richiese una collaborazione sociale e un impegno lavorativo notevole. Si arrivò alla nascita dei villaggi agricoli dalla forma circolare semplice, fino a forme più complesse con cerchi concentrici.
Gli insediamenti erano formati da capanne con palificazioni in legno conficcate su basamenti calcarei o terreni argillosi. In alcuni di questi villaggi neolitici come, ad esempio, quelli ritrovati in Puglia e nella Murge Materane, sono rimasti i segni di piccole cisterne e fosse per le granaglie scavate nel calcare di forma circolare.
Questa forma, allargandosi nel sottosuolo, darà origine alle prime tecniche di sfruttamento delle miniere preistoriche (Grimes Grave – Inghilterra). Si creava uno scavo verticale fino a raggiungere gli strati del minerale da estrarre.
Dal condotto principale al fondo della galleria, l’apertura si allargava assumendo una forma a campana. Successivamente si procedeva con una rete di gallerie sotterranee orizzontali che partivano dal pozzo centrale.
Questo metodo di scavo è molto simile alle realizzazioni delle architetture rupestri. I villaggi trogloditi di Matmata in Tunisia, sono abitazioni con corti a pozzo centrale da cui si diramano, orizzontalmente, tunnel sotterranei che incontrano altre corti a pozzo.
Il sistema di aerazione e drenaggio delle gallerie ha reso vivibili gli ambienti ipogei.
Le spaccature rocciose, le caverne naturali, i crepacci, costituiscono l’ambiente ideale utilizzato dall’umanità fin dalle epoche più lontane. Diventeranno l’habitat delle civiltà rupestri che scolpiranno complessi architettonici sotterranei sfruttando le risorse della natura.
Dalle città di pietra di Matera e Petra, alle abitazioni a cono della Cappadocia e dell’Iran, dove nella struttura geologica naturale vengono scavati gli ambienti rupestri.
In zone dove la scarsità delle risorse impone un uso appropriato di queste, il controllo e la gestione dell’acqua lo sfruttamento dell’energia del sole e del vento, l’azione dell’uomo trasforma l’ambiente con interventi fondati sulla gestione armoniosa dello spazio. La geomorfologia del territorio è la base del grande intervento di progettazione ed edificazione dell’ambiente.
Matera – Petra
Le città di pietra hanno una comune natura rupestre e molte analogie.
Matera, a differenza della grandiosità di Petra, ha avuto la capacità di creare nel tempo un’architettura con pochi mezzi impiegando, in modo adeguato, ogni risorsa disponibile.
Goreme – Cappadocia (Turchia)
Le abitazioni sono scavate nella struttura geologica naturale e vengono modellate per formare ambienti rupestri.
Le unità abitative sono collegate attraverso una rete di strade e sentieri.
Kandovan (Iran)
Il villaggio di Kandovan, nell’Iran nord-occidentale, è formato da abitazioni di forma conica.
I karan sono alveari scavati all’interno di rocce di origine vulcanica presenti nella regione.
Anticamente venivano utilizzati come ripari per la difesa dagli attacchi dei Mongoli.
Attualmente sono abitazioni disposte su diversi piani perfettamente isolate termicamente.
La cenere vulcanica compressa che forma le pareti, le protegge dai cambiamenti climatici durante l’anno.
Matmata (Tunisia)
Nei villaggi di Matmata le abitazioni sono nascoste sotto crateri che costituiscono un vero e proprio paesaggio lunare.
Le abitazioni troglodite sono scavate nel sottosuolo.
Ciascun cratere costituisce un’abitazione.
Una galleria collega ad una corte a pozzo circolare che taglia la sommità della collina intorno alla quale, sono scavate le abitazioni ed i ripostigli.
Dalla corte centrale a pozzo, si diramano una serie di corridoi sotterranei che costituiscono il nucleo abitativo.
Gli ambienti sono perfettamente climatizzati : freschi in estate e temperati in inverno.