GRAVINE APULO-LUCANE
I suoli del basamento calcareo delle Murge sono poveri. Gli interventi di deforestazione da parte dell’uomo per le proprie necessità costituisce un’attacco continuo alla natura ed i suoli vengono rapidamente smantellati ed erosi.
Già nell’Età dei Metalli, il clima si era stabilizzato e le estati torride erano seguite dagli inverni freddi con precipitazioni concentrate e violente.
Sulle spianate delle Murge, prive di corsi superficiali e sorgenti naturali, gli insediamenti stabili, l’agricoltura e l’allevamento, impediscono al manto vegetale di rigenerarsi.
L’acqua sui terreni brulli ha un’azione distruttiva, scorre sui pendii erodendo il terreno ed evapora dalle zone dove ristagna.
Le popolazioni sono costrette ad adottare nuove strategie di sopravvivenza ed iniziano gli spostamenti stagionali dei pascoli, dalla costa verso la montagna.
Nei territori dell’Italia meridionale gli allevatori di animali seguono percorsi ben definiti di transumanza che vanno da sud-est a nord-ovest in linea diagonale, seguendo i grandi sistemi orografici e usando antiche piste chiamate tratturi.
Le gravine sono parte di questa rete di percorsi, solcano il tavoliere apulo-lucano di tipo carsico e costituiscono una presenza geografica evidente della regione.
Il tavolato delle Puglie presenta depositi di sedimenti più recenti (Pliocene) formati da calcari arenacei più teneri ; i tufi (calcareniti).
Il lento sollevamento dal mare della piattaforma delle Murge ha provocato profonde fratture nel terreno.
Si sono creati così, i complessi orografici delle Gravine, più alte rispetto al resto delle Murge e solcate da profondi crepacci.
I venti che provengono dal mare incontrano le gravine e salgono di quota.
L’aria, raffreddandosi, si trasforma in pioggia o brina.
Gli anfratti costituiti da roccia calcarea tenera sono ripari perfetti e adatti allo scavo per le costruzioni e favoriscono la condensazione e la raccolta dell’acqua.
Queste architetture naturali offrono ambiente adatti per l’utilizzo da parte della civiltà agro-pastorale delle Murge Apulo-Lucane.
Massafra (Taranto)
Nella gravina di Massafra si aprono le numerose grotte del villaggio rupestre che, in passato, erano abitazioni, stalle e laboratori di medici-alchimisti come la grotta della Farmacia del Mago Greguro.
Le gravine spesso venivano utilizzate per la fondazione di cave di tufo data la facilità estrattiva di questo materiale malleabile.
Matera (Basilicata)
Nella gravina di Matera è possibile vedere l’evoluzione dei tipi architettonici dalla grotta naturale appena lavorata alle architetture costruite in superficie.
Gravina di Puglia (Bari)
Il ponte acquedotto della città che collega le due sponde della gravina, guarda la collina di Botromagno dove sono presenti le vasche di raccolta ed i sistemi idraulici scavati nel calcare.
Gravina di Ginosa (Taranto)
In alcune parti della gravina è possibile ritrovare la trama dei terrazzi e giardini ancora conservata.
Questo sistema originario, composto di ambienti rupestri, è la matrice del tessuto urbano.
Gravina di Palagianello (Taranto)
Nelle città di Palagianello e Grottaglie, sono in corso progetti per il restauro del paesaggio tramite la tecnica dei muri terrazzati presenti nelle gravine.
Questa tecnica utilizza in modo appropriato le risorse ambientali ed, inoltre, ha un’alta qualità estetica e d’integrazione con il paesaggio.