Una delle principali necessità dell’uomo
è stata quella di difendersi e ripararsi dal freddo. Nell’ultima glaciazione, durata 100.000 anni, gli uomini si sono salvati grazie al calore fornito dalle caverne.
La grotta era un rifugio contro il gelo e un riparo dal pericolo delle belve feroci. Con la scoperta del fuoco, inizialmente usato senza la possibilità di poterlo accendere, gli uomini potevano scaldarsi, proteggersi dagli animali ed illuminare le profonde caverne.
Iniziarono, così, i riti del culto del fuoco e la grotta fu il primo ambiente dove portare offerte e ricevere protezione. Riunirsi intorno al fuoco, riparati nelle profondità, fu il passo successivo che portò alla nascita del simbolismo.
Ed è proprio nelle zone più buie ed interne delle caverne che sono state trovate le pitture ed i graffiti dell’arte rupestre. Raffigurazioni di animali, oggetti per il culto dei morti, incisioni di spirali, scene di caccia dipinte e statuette femminili.
Nelle zone più buie di questi ambienti rupestri, si celebravano culti sacri, cerimonie d’iniziazione e riti propiziatori utilizzando il fuoco. Le alte vette della Lucania, durante il Paleolitico superiore, vennero ricoperte dai ghiacciai.
Gli uomini che abitavano queste zone, utilizzarono le cavità naturali per ripararsi dal grande freddo. Una delle più ampie cavità carsiche del luogo è la Grotta dei Pipistrelli (Matera) dove sono stati ritrovati un gran numero di reperti che testimoniano l’uso prolungato di questa grotta fino all’epoca storica.
Al suo interno ci sono tracce di focolari, lame, ciottoli lavorati con incisioni di ottima fattura. Nelle ere successive, nel Neolitico e nell’Età dei Metalli, il cambiamento del clima, più caldo, porterà alla trasformazione del modo di vita dell’uomo ed all’introduzione delle pratiche agricole e di allevamento. Il clima mite favorirà la vita all’aperto e renderà meno indispensabile l’abitare in grotta.
Grotta dei Pipistrelli – (Matera – Basilicata)
Gravina di Matera (Basilicata)
L’aspetto originario delle grotte sul versante opposto ai Sassi del torrente Gravina.
Murge Materane (Matera – Basilicata)
I Sassi di Matera si affacciano sulla Gravina e guardano verso le Murge, un luogo dove si possono ammirare le numerose grotte naturali abitate, un tempo, dalle popolazioni troglodite.
Le grotte sono di varie forme e grandezza e sono evidenti i segni lasciati dalla presenza umana.
In alcune, sopra gli ingressi, si possono scorgere delle canalette scolpite dove scorre l’acqua piovana che veniva raccolta in pozze scavate nel calcare.
La grande parete della Gravina di Matera è ricca di grotte e anfratti disposti su diversi livelli.
Questa matrice naturale diventerà il modello insediativo dei Sassi di Matera, il tessuto urbano, con la trama dei terrazzi e giardini pensili.
Sono un’esempio i gradoni rettilinei del Sasso Caveoso con le strade e i giardini sui tetti delle case sottostanti.
Gravine di Grottaglie (Puglia)
Gravina Riggio – Gravina Fantiano
Nella zona di Grottaglie sono molte le gravine in cui si aprono cavità e grotte con evidenti segni del passaggio dell’uomo.
Le spaccature delle gravine, con il calcare tenero messo a nudo, sono adatte allo scavo e alle costruzioni e favoriscono la condensazione dell’acqua.
Gli anfratti e i ripari forniscono un’ambiente favorevole che verrà utilizzato dalla civiltà agropastorale.
Gravina di Massafra (Puglia)
Nella gravina di Massafra sono numerose le grotte che si aprono sul pendio roccioso.
Intorno agli ingressi delle abitazioni rupestri si notano le canalette di scolo dell’acqua che veniva raccolta.
L’acqua delle precipitazioni e quella che trasuda dalla roccia porosa, veniva convogliata nei pozzi di raccolta sul fianco degli ingressi.
Mottola (Puglia)
L’ampia grotta vicino al paese di Mottola fa parte di un complesso in cui, una zona delle caverne naturali, è stata trasformata in chiesa rupestre.
Mottola (Puglia)
Grotte del villaggio rupestre nella zona di Mottola.
Sono evidenti i segni di canalette e nicchie scavate nel calcare utilizzate dagli abitanti del villaggio.
Gravina di Puglia (Puglia)
Una delle numerose grotte della collina di Botromagno che si affacciano sulla Gravina.
Petra (Giordania)
L’antica città nabatea, intagliata nelle pareti scoscese di arenaria, aveva una parte dove vivevano gli abitanti.
La zona monumentale del sito era destinata alle tombe, mentre le grotte erano occupate dalla popolazione.
Loltun – Yucatan (Messico)
La grotta di Loltun venne attrezzata con pozze per la raccolta dell’acqua di stillicidio.
All’interno sono state ritrovate raffigurazioni e graffiti a spirale che testimoniano l’uso del luogo per riti cultuali.