ARGIMUSCO – TETZCOTZINGO – PETRA – MACHU PICCHU
ARGIMUSCO – Montalbano Elicona (ME)
Quando il gruppo di ricercatori dell’ SB Research Group fu chiamato dalla Società E.Media s.r.l. proprietaria del sito dell’Argimusco per effettuare delle verifiche sul luogo, nessuno poteva immaginare la particolarità della zona e le meraviglie che custodiva.
L’Argimusco è ubicato in Sicilia nella provincia di Messina, vicino al borgo di Montalbano Elicona.
E’ composto da una serie di megaliti naturali di roccia calcarea dalle forme diverse, ad ognuno dei quali è stato assegnato un nome.
Ancora sconosciuto, si pone sulla direttrice che unisce le isole Eolie con l’Etna.
La bellezza del paesaggio è sorprendente e la sua posizione, pone l’Argimusco al centro di un acceso dibattito.
Probabilmente, era stato scelto da un’antica civiltà come centro energetico cultuale infatti, sopra il megalite chiamato Orante (Dea Madre), sono state intagliate nel calcare tre vasche da cui si dipartono delle canalette.
Due sono scavate sul pianoro più alto ed hanno la forma a coppella con canalette di scolo.
Una di queste canalette è collegata alla vasca intagliata rettangolare sottostante.
Dato che questo è il punto più alto dell’Argimusco da cui si vedono le Eolie, è ipotizzabile che il luogo venisse usato per celebrare funzioni sacre e riti propiziatori legati alle stagioni, utilizzando l’acqua piovana raccolta nelle vasche.
Ogni megalite del sito ha una forma che ricorda altre forme presenti in natura.
Vivendo lontani dall’ambiente naturale è difficile comprendere la stretta connessione che c’è tra noi, la terra e le stagioni.
Gli Atzechi consideravano le forme della terra come entità primarie sacre.
I luoghi naturali più importanti erano identificati con presenze spirituali speciali.
Molti di questi luoghi erano caricati da secoli di occupazioni.
In Messico la grande piramide di Tenochtitlan, la vetta del monte Tlaloc e la collina di Tetzcotzingo erano i principali siti della geografia sacra degli Atzechi.
Una rete rituale per la comunicazione religiosa era formata dalla topografia del territorio unita ai simboli creati dall’uomo che incarnava l’ordine sociale e le forze naturali, le divinità e gli eroi ancestrali.
LA COLLINA DI TETZCOTZINCO – Messico
In seguito ad anni di calamità naturali che alternavano periodi di gelo a lunghe stagioni secche, gli amerindi iniziarono ad esercitare il culto delle cerimonie che comprendevano anche sacrifici umani per proclamare l’inizio di un nuovo ciclo.
Il rito del nuovo fuoco, con l’avvicinarsi della stagione delle piogge, si alternava alla celebrazione dei riti dell’acqua donatrice di vita.
I campi incolti tornavano nuovamente verdi e la produzione agricola era parallela alla ristrutturazione e costruzione di templi sacri.
La collina di Tetzcotzingo, situata sulle pendici del monte Tlaloc, è un grande sito archeologico circondato da terrazzamenti agricoli.
E’ un luogo elevato dove venivano celebrati i riti della pioggia dato che questi monti, grazie alle loro sorgenti e alle nuvole cariche di pioggia che si addensano intorno alle vette, sono fonti primarie d’acqua per la zona.
La vasca scolpita nella roccia sul lato meridionale della collina, era usata nelle cerimonie di purificazione mediante l’acqua delle piogge benefiche.
IL LUOGO ELEVATO DI PETRA – Giordania
Il sito archeologico di Petra è uno dei più grandi ed estesi al mondo.
Si contano almeno cinquecento tombe scoperte fino ad oggi.
All’interno dell’area, posto sulla montagna più alta, si trova il luogo elevato centro dell’energia e del potere sulla vita e sulla morte.
In questo luogo si celebravano le abluzioni e i riti delle acque sacre.
Le acque di pioggia e di condensazione notturna erano raccolte in un sistema di vasche intagliate nella roccia.
Sulla sommità del complesso sacrale, c’è un’ara dalla forma di due anelli concentrici penetrati da un condotto.
In essa si raccoglievano le acque delle piogge benefiche, il cui scorrere dava inizio alle cerimonie, riempiva le cisterne e recava la vita.
La città, in pieno deserto, aveva un ingegnoso sistema idrico mediante cui i Nabatei erano riusciti a rendere fertile la zona.
Petra era circondata da giardini terrazzati coltivati e irrigati da canali scavati sulla cima degli altopiani.
Probabilmente questi riti sacri erano rivolti agli Dei come richiesta di fertilità della terra e abbondanza dei raccolti.
MACHU PICCHU – Perù
In Perù, nella provincia di Urubamba, si trova il Parco Archeologico di Machu Picchu ad un’altezza di oltre 2.350 metri.
La superficie del parco raggiunge un totale di 32.590 ettari ed è ubicato sul lato orientale della Cordigliera di Vilcabamba.
Domina il paesaggio il maestoso Salkantay ad un’altezza di 6.270 metri, nevaio principale della Cordillera de Vilcanata, venerato come Apu divinità tutelare.
La città di Machu Picchu è ubicata ad un’altezza elevata sopra un terreno scosceso, corto e con molti dislivelli.
Inserita in un contesto paesaggistico di notevole bellezza ma, molto enigmatico, questo antico centro cerimoniale Inca non presenta le caratteristiche di una città convenzionale.
Le unità sono sparse per tutta la zona, a diverse quote, separate da precipizi profondi e unite da sentieri spesso angusti e pericolosi.
E’ circondata da vette montane sulla cui sommità gli Inca edificarono altari cerimoniali che esprimono il carattere sacro della zona e l’importanza spirituale che ebbe per gli abitanti.
Machu Picchu era costituita da due settori ; urbano e agricolo.
Il settore agricolo occupa la parte sud-orientale della città ed è formato da terrazzamenti in pietra un tempo coltivati a mais e patate.
All’interno di questo settore si trova la Roccia Funeraria, un monolite a forma di altare con gradini laterali che, probabilmente, aveva la funzione di osservatorio solare dato che, nel solstizio invernale, la luce del sole si proietta dall’Intipunku (Porta del Sole) su questa struttura.
Il settore urbano è formato da due grandi complessi architettonici con strade e ripide scalinate oltre che da un ingegnoso sistema di canali idraulici che servivano per l’uso quotidiano e per l’irrigazione delle coltivazioni.
All’interno ci sono sedici Sorgenti Liturgiche in successione e affiancate da gradinate di accesso.
Nei centri cerimoniali veniva celebrato il culto dell’acqua, elemento sacro nella tradizione precolombiana.
Il Tempio del Sole, a pianta semicircolare, presenta due finestre nella parete curva, una orientata ad est e l’altra a nord.
E’ possibile che questo tempio fosse l’osservatorio solare più importante della città, infatti, dalla finestra orientale è possibile calcolare con precisione il solstizio invernale.
Al centro del tempio si trova un’altare tagliato nella roccia.
Una serie di templi sono collocati nel Gruppo Sacro dotato anche di una Piazza Sacra dove sorge il Tempio Principale.
Di questo gruppo nè fanno parte il Tempio delle Tre Finestre a pietre poligonali, La Casa del Sacerdote ed un piccolo recinto con una piattaforma di pietra al centro denominato La Camera degli Ornamenti.
Attraverso una scalinata si giunge all’Intiwatana, l’orologio solare.
Questa struttura è formata da una serie di piattaforme in pietra sovrapposte sulle quali poggia un monolite scolpito, con angoli orientati, terminante con un prisma alto 36 centimetri.
Ha la forma di un altare ed è stato ipotizzato che funzionasse come osservatorio solare.
All’estremo nord della città si trova la Roccia Sacra collocata sopra un piedistallo di pietra.
La roccia sembra la riproduzione del profilo della montagna Yanantin alle sue spalle.
Attraversando la Piazza Principale ad oriente di Machu Picchu, si giunge al quartiere abitativo composto dal Complesso delle Tre Porte, il Tempio del Condor e il Gruppo dei Mortai.
Quest’ultimo edificio ha nell’interno della grande sala, due elementi chiamati mortai ma che, probabilmente, avevano una diversa funzione infatti, quando si riempivano di acqua delle piogge, funzionavano come due specchi riflettenti.
Un’altra ipotesi è che i sacerdoti usassero il liquido raccolto come elemento per la celebrazione dei riti sacri.
In ognuno di questi luoghi, Argimusco, Tetzcotzingo, Petra e Machu Picchu, c’è un legame tra l’acqua, la sacralità e le forme della natura.
Il luogo elevato è sempre presente ed è la zona dove si celebravano i riti sacri con le acque delle piogge benefiche.
Più vicino alla volta celeste e perfetto per compiere i viaggi simbolici sciamani.
Machu Picchu è un luogo alto per eccellenza.
E’ probabile che sia nata principalmente come città sacra, dato il numero elevato di templi al suo interno.
La scelta dell’ubicazione, all’interno di un anfiteatro naturale formato dalla morfologia del territorio, non è casuale; molto in alto, isolato e circondato da picchi montani.
Successivamente i pendii furono addolciti tramite la costruzione di terrazzamenti in pietra che hanno impedito l’erosione del terreno nel tempo.
Le coltivazioni delle terrazze hanno assicurato la sopravvivenza degli abitanti di questo centro cerimoniale astronomico.
L’unione della sacralità con l’acqua e l’agricoltura o le forme della natura, come nel caso dell’Argimusco, ritorna costante nella maggior parte dei luoghi cultuali dove si celebrano riti di fecondità.
La distanza che separa i siti di cui tratta l’articolo è grande, com’è grande la differenza che li contraddistingue.
Ciò nonostante, gli elementi fondamentali per venerare entità superiori sono presenti in ognuno di loro.
I sovrani entravano nelle zone di contatto tra cielo e terra, facevano delle offerte e tornavano a casa come portatori dell’acqua, donatrice di vita.
Un avvenimento mitico,un viaggio difficile in cerca di una benedizione soprannaturale.
L’ eroe trova il luogo, fa delle offerte e ritorna al punto di partenza recando il dono della vita.
La pioggia arriva, nasce la vegetazione e la terra si copre di frutti.
Un ringraziamento speciale a Gaetano Santoro e famiglia, Salvo Di Mauro, i geologi della Geologis s.r.l. (Università di Messina), a tutti gli amici siciliani che ci hanno accolto con calore lavorando al nostro fianco per una difficile missione appena iniziata.
PANGEA Centro Ricerche Antiche Tecniche – SB Research Group
UN VOLO SULL’ARGIMUSCO