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DI TERRA CRUDA   Sahara – Yemen

Nel deserto si creano situazioni particolari che interrompono il normale contesto ambientale di aridità. Piccole nicchie, depressioni del terreno, linee di pietre che raccolgono l’ umidità; da un minuscolo seme nasce una pianta.

L’albero fa ombra, concentra il vapore, attira gli insetti e si crea l’humus che rappresenta il nutrimento della pianta. Così la gente del Sahara realizza l’oasi artificiale sfruttando le risorse ambientali e la sapienza millenaria.

Una singola palma, piantata in un avvallamento sabbioso, circondata da rami secchi, viene protetta dalla sabbia trasportata dal vento. Da questo microcosmo, sfruttando antiche conoscenze locali, si sviluppano vaste coltivazioni circondate da dune artificiali e alimentate da sistemi idrici ramificati e tecnicamente complessi.

Nasce l’abitato in terra cruda che, non ha bisogno di legna da ardere per cuocere i mattoni, viene raffrescato dall’acqua che scorre nei canali sotterranei e sfrutta il riciclo dei rifiuti organici necessari per la fertilizzazione dei campi.

La condensazione notturna sulle vaste superfici sabbiose e le magre piogge del deserto, contribuiscono all’approvvigionamento idrico. Le sabbie assorbono rapidamente l’acqua impedendo l’evaporazione e conservandola nel sottosuolo.

Questa alimenta la rete di canalizzazioni sotterranee che scorre sotto i villaggi e riempie cavità naturali o scavate che distribuiscono l’acqua nei pozzi all’interno delle corti delle abitazioni. Successivamente l’acqua fluisce nel palmeto irrigando anche i campi.

A sud del Saoura la falda si abbassa e l’acqua viene attinta tramite grandi pozzi a bilanciere ai margini del corso del fiume fossile. A El Ouata la serie dei grandi pozzi a bilanciere, marca il paesaggio tra il villaggio e le coltivazioni di palme.

Oasi di wadi

Utilizzano il letto dei fiumi fossili per il palmeto e le colture.

I villaggi dell’oued Saoura (Algeria) fanno parte di questa tipologia.

Il corso del fiume contorna il Grande Erg Occidentale con un ampio e profondo alveo.

La riva sinistra segue l’andamento delle masse dunarie la cui forma è determinata dalla direzione dei venti dominanti.

La riva destra è formata dall’altopiano roccioso e molto scosceso.

I villaggi si sono sviluppati sulla riva sinistra, in un susseguirsi scandito dai percorsi carovanieri lungo il corso dello wadi, seguendo l’antica via transahariana.

Gli insediamenti hanno una forma compatta e sono situati ai piedi dell’erg sotto una grande duna, come nel caso dell’oasi di Thaghit, o in una insenatura della massa dunaria, come nel caso di Beni Abbes sull’oued Saoura.

L’oasi è organizzata in senso trasversale al corso del wadi.

L’erg ha una funzione protettiva : la sua massa è un regolatore climatico, un conservatore di risorse idriche e permette il pascolo dei cammelli negli spazi tra le catene dunarie.

Nelle falde dell’erg viene captata l’acqua per il fabbisogno domestico e la sua quantità è, in genere, costante.

A nord dell’Atlante Sahariano le piogge sugli altopiani ed i corsi dei fiumi settentrionali che s’infiltrano tra le sabbie, alimentano le falda dell’erg.

Le oasi dell’oued Saoura formano un sistema lineare lungo l’alveo del fiume fossile dai cui sedimenti, traggono l’acqua tramite dighe che sbarrano il flusso sotterraneo e mediante pozzi.

Le acque dell’Atlante fluiscono nel grande Erg Occidentale e alimentano le falda al di sotto delle sabbie.

L’oued Saoura ha mantenuto libero il suo corso fino alla depressione del Touat.

Sbarramenti lungo il corso dell’oued, bloccano il flusso sotterraneo e permettono di drenare l’acqua dei sedimenti con canalizzazioni che irrigano i terrazzamenti ai bordi dell’alveo.

Beni Abbes (Oued Saoura - Algeria)

Beni Abbes (Oued Saoura – Algeria)

Oued Roufi (Algeria)

Oued Roufi (Algeria)

Oasi di Taghit (Algeria)

Oasi di Taghit (Algeria)

Oasi di erg

Le oasi dell’erg sono collocate interamente tra le sabbie e non sono basate su una struttura geomorfologica e neanche sul sistema idrografico.

Data la mobilità delle dune e l’impossibilità d’intervenire su questo fattore, l’uomo regola questi spostamenti.

Barriere di foglie di palma sono conficcate nel suolo in modo da bloccare l’accumulo di sabbia portata dal vento e favorire la formazione di catene dunarie artificiali (afreg).

Queste barriere proteggono le colture dell’oasi.

Sulla cima della duna vengono piantate altre foglie di palma continuando ad elevare la sua altezza.

Queste catene dunarie si sviluppano per chilometri in mezzo al deserto.

Sebkha di Timimoun

Oasi di erg

Oasi di sebkha

L’acqua degli altopiani e quella raccolta nell’erg converge nei grandi bacini ellittici disseccati lungo i cui bordi, sono disposte le oasi di sebkha.

La sebkha è arida e sterile e spesso coperta di cristalli del sale che risale dal sottosuolo quando l’umidità è più alta.

Sulla grande piattaforma surriscaldata gli inferoflussi che risalgono verso l’alto, hanno una rapida evaporazione e depositano sul terreno i sali contenuti nell’acqua proveniente dal sottosuolo.

Questo ambiente così ostile dove mancano acque libere e di precipitazioni, ha contribuito all’ingegnoso sviluppo della rete di canalizzazioni sotterranee chiamate foggara.

Nel Sahara occidentale l’uomo ha creato l’acqua sfruttando l’umidità della falda profonda, scavando complessi sistemi di drenaggio.

Le foggara, lungo il proprio sviluppo lineare, drenano gli strati permeabili imbevuti delle acque d’inferoflusso e creano acque libere.

Per mezzo della forza di gravità, l’acqua circola e dalla foggara passa sotto il villaggio per poi arrivare fino alle colture sfruttando anche la leggera pendenza del terreno.

Sul bordo del grande impluvio sono disposti gli insediamenti perpendicolarmente alla linea delle canalizzazioni.

Il modello territoriale della sebkha è costituito dalla sua forma ellittica su cui spicca il verde dei palmeti che contrasta piacevolmente con il colore dei villaggi di terra cruda.

Da questi si diramano una moltitudine di linee di foggara, distinguibili in superficie tramite i pozzi verticali di areazione.

5 timimoun

Sebkha di Timimoun

Schema delle oasi di sebkha

Schema delle oasi di sebkha

Oasi di Shibam (Yemen)

L’oasi situata nell’Hadramaut, utilizza i rifiuti organici degli abitanti per fertilizzare le sterili sabbie e renderle adatte alla realizzazione di imponenti architetture.

L’abitato è indispensabile alla fertilizzazione dei campi e contribuisce con un corretto utilizzo delle risorse.

La città è strutturata in modo da rispondere alle esigenze di raccolta dei rifiuti organici umani a partire dal tipo di gabinetto, alla forma delle abitazioni, fino all’intera planimetria.

Questi rifiuti vengono lasciati a seccare sulle sabbie e attraverso le piene controllate da dighe di deviazione dell’acqua, si trasformano in humus che viene impastato per la costruzione delle alte case di terra cruda di Shibam.

All’ombra del palmeto, si sviluppano i giardini all’interno di depressioni circondate da argini e canali che hanno la funzione di proteggere l’abitato dalle piene, conservando la quantità d’acqua negli impluvi.

Shibam (Yemen)

Shibam (Yemen)

L’oasi non è soltanto di deserto ma, anche oasi di pietra.

In situazioni dove le condizioni climatiche di precipitazioni concentrate in pochi mesi all’anno si susseguono a stagioni aride con un andamento alterno disastroso, l’acqua necessita di una gestione accurata non essendo presente allo stato lacustre o fluviale.

Negli insediamenti di canyon e gravine, vengono utilizzati diversi principi di raccolta dell’acqua : la captazione, la distillazione e la condensazione.

Quando le piogge sono abbondanti i terrazzamenti impediscono l’erosione dei pendii e convogliano l’acqua nelle cisterne all’interno delle grotte.

OASI DI PIETRA   Italia del sud – Medioriente

Sono state scavate fino dalla preistoria nel sud Italia e in Medioriente.

Hanno la capacità di condensare nelle grotte e sulle costruzioni a secco l’acqua necessaria per sopravvivere.

La gravina di Matera

La gravina di Matera

Petra (Giordania)

Petra (Giordania)

OASI RELIGIOSE   Cappadocia – Palestina

Scolpite nelle valli d’erosione della Cappadocia, della Palestina, dalla Tebaide ed in Etiopia, si organizzano come eremi e giardini murati irrigati tramite gallerie drenanti, cisterne e canalizzazioni

La valle di Goreme in Cappadocia è la più famosa della zona per le numerose chiese rupestri affrescate che, in questa suggestiva regione, sono più di tremila.

Cappadocia (Turchia)

Cappadocia (Turchia)

Il sito di Masada è ubicato cinquanta chilometri a sud di Gerusalemme ed era il luogo d’incontro dei fedeli di un grande sacerdote capo dei Maccabei nel II secolo a.C.

Successivamente verrà trasformato in una cittadella fortificata da Erode I, contro le improvvise rivolte della popolazione ebrea.

Masada ( Deserto della Giudea)

Masada ( Deserto della Giudea)

OASI DI MARE   Mar Rosso – Mediterraneo

Sono diffuse nelle aride isole o sulle coste del Mediterraneo e nel Mar Rosso e vengono alimentate da sorgenti aeree.

Hanno la capacità di sopravvivere in ambienti ostili, con sbalzi termici, risparmiando l’acqua e sfruttando al massimo le risorse energetiche.

Oasi marina (Mar Rosso)

Oasi marina (Mar Rosso)

Isole Dahlak - Eritrea

Isole Dahlak – Eritrea (Mar Rosso)

 

Oasi marina di Gabes (Tunisia)

Oasi marina di Gabes (Tunisia)

Le piante presenti sulle dune sono dotate di grandi apparati radicali per trattenere la sabbia e riescono a vivere in un ambiente difficile come la spiaggia ( ricco di sale, molto ventilato e con forti sbalzi termici) grazie ad una serie di adattamenti finalizzati al risparmio di acqua e di energia.

Sulle formazioni dunari crescono piante capaci di resistere al seppellimento, all’azione del vento ed alla salinità.

Sulle dune mobili crescono piante con radici molto sviluppate come la camomilla di mare.

Sulle dune fisse il terreno è piuttosto ricco di nutrimento e la ventosità è ridotta.

Questo permette la crescita di specie arbustive della macchia mediterranea come il ginepro.

Negli ambienti interdunari possono trovarsi zone umide con particolari specie vegetali.

Dune vegetate dell'oasi marina in Versilia (Toscana)

Dune vegetate dell’oasi marina in Versilia (Toscana)

Dune vegetate ( Versilia -Toscana)

Dune vegetate ( Versilia -Toscana)

 

Camomilla selvatica (Versilia - Toscana)

Camomilla selvatica (Versilia – Toscana)

 

OASI DI FORESTA PLUVIALE  ( Yucatan)

Le stesse architetture Maya pur essendo nate in un clima umido, possono essere interpretate attraverso la funzionalità di raccolta dell’acqua indispensabile in un ambiente carsico privo di corsi superficiali.

I grandi monumenti come la piramide di Uxmal avevano queste pendenze perchè simulavano le colline attraverso cui l’acqua, veniva captata e indirizzata verso pozzi-cisterne chiamati chultun.

In una situazione pluviale dove non ci sono acque libere, ogni goccia di questo prezioso liquido viene stoccata.

Piramide di Uxmal (Yucatan - Messico)

Piramide di Uxmal (Yucatan – Messico)

Particolare di chultun (Yucatan - Messico)

Particolare di chultun (Yucatan – Messico)

OASI DI MONTAGNA Tunisia

Tamerza e Chebika in Tunisia sono oasi di montagna.

La prima è una località desertica che, per la sua spettacolare vista, è conosciuta come il balcone sul Sahara.

L’oasi è percorsa da una ricca vena d’acqua, ed il verde delle sue palme contrasta con i colori della sabbia.

Tamerza si sviluppa lungo un canyon e piccole fonti d’acqua, emergono dalla montagna e si riversano nella gola formando suggestive cascate.

Il suo antico villaggio di terra cruda è oggi abbandonato.

Oasi di montagna di Tamerza (Tunisia)

Oasi di montagna di Tamerza (Tunisia)

Oasi di montagna di Chebika (Tunisia)

Oasi di montagna di Chebika (Tunisia)

Una delle sorgenti di Tamerza (Tunisia)

Una delle sorgenti di Tamerza (Tunisia)